Perché l’imperatore è così importante ancora in Giappone? Governare il paese con il sistema Shirasu.
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Perché l’Imperatore è così importante ancora in Giappone?
E’ possibile che nel XXI secolo, nell’era di 5G, i giapponesi adorano ancora il loro imperatore?
La città di Tokyo è così moderna, ma il popolo sarà molto chiuso ed arretrato?
Probabilmente vi siete domandati qualche volta così.
NAO, la guida professionale autorizzata in lingua italiana, risponde a queste domande indicando alcuni motivi per i quali i giapponesi continuano a rispettare il loro imperatore anche adesso.
Il contenuto di questo post.
Con questo articolo conoscerete il motivo dell’importanza dell’imperatore giapponese e il sistema di governo in Giappone risale all’VIII secolo è unico al mondo.
Confronto tra due modi di governare il paese “Shirasu” e “Ushihaku”
“Shirasu” e “Ushihaku”
Per capire tutto questo segreto prima di tutto c’è da spiegare due parole antiche giapponesi.
La parola antica “Ushihaku” significa “possedere la terra e il popolo”, quindi è un concetto in cui si prevede il controllo del paese tramite la forza e il potere finanziario.
La parola “Shirasu”, invece, significava “informare, accompagnare e pregare”.
Un gruppo etnico è un gruppo di persone che condividono i valori nutriti dalla cultura storica e tradizionale.
“Shirasu” deve essere il nucleo della cultura storica tradizionale in Giappone.
Ciò che significa è “informare”, e nel senso moderno, è la condivisione di informazioni quando si cerca di fare qualcosa insieme.
In altre parole, chiunque ascolti la “notizia” condivide le informazioni definisce il proprio ruolo necessario uno per uno, e si unisce e collabora per costruire una nazione.
L’informazione non produce nulla semplicemente condividendola e solo quando nasce cooperazione e collaborazione diventa una mossa concreta.
Cioè sotto un’autorità specifica, nel caso del Giappone è l’imperatore, tutti raccolgono, condividono informazioni e tutti fanno qualcosa per un obiettivo comune e condiviso.
Questo è il metodo di governo in “Shirasu”.
Il metodo di governo in “Ushihaku” invece è quello che si vede spesso nei paesi all’estero.
In paese in cui nessuno domina il popolo.
In Giappone quindi non è mai esistita la classe di “schiavitù” che esisteva invece largamente nel mondo occidentale, addirittura negli Stati Uniti, per 246 anni, dal 1619 fino al 1865.
Le suddivisioni di classi professionali esistevano come quelle di Samurai, contadini, artigiani e commercianti, ma non è che una classe dominava o sfruttava altre classi.
Tutti i cittadini sono stati sempre uguali al di sotto dell’imperatore come il popolo suo anche se sei un contadino o un samurai.
Quindi sin dai tempi antichi, i giapponesi sono un popolo che cerca un rapporto paritario con il proprio partner.
Da che cosa deriva questo desiderio fondamentale?
Spiego meglio con questo grafico.
Il popolo è oggetto del possesso o il grande tesoro dell’imperatore?
In Giappone esiste, dall’antichità, una parola antica ”Oomitakara”(大御宝), che indica ” il grande tesoro dell’Imperatore” che sarebbe “il popolo dell’imperatore”.
Questo dimostra che l’imperatore ci considera un grande tesoro del paese e osserva sempre la nostra situazione e prega ogni bene e felicità per il popolo.
Perché l’imperatore considera il popolo giapponese un grande tesoro?
Perché lui considera che tutto il popolo giapponese è la sua famiglia.
Qui nasce l’unificazione tra l’imperatore e il popolo giapponese.
Quindi il rapporto tra l’imperatore e il popolo giapponese non è assolutamente come quello tra un re dominatore e il popolo sottomesso.
Ed inoltre il governatore politico del paese come lo Shogun e il Primo Ministro d’oggi viene nominato e incaricato ufficialmente solo dall’imperatore da almeno 1300 anni. (N.B. Il Primo Ministro prima di essere nominato ufficialmente dall’imperatore adesso deve essere eletto nel parlamento.)
Quindi l’imperatore rappresenta l’autorità e il governatore politico nominato dall’imperatore rappresenta solo il potere politico.
Ma attenzione, il governatore, in Giappone, rientra nella categoria del popolo dell’imperatore quindi lui non potrà mai possedere il popolo dell’imperatore né trattarlo male e per rispondere il più possibile a quella volontà dell’Imperatore, coloro che hanno il potere nominato dall’imperatore fanno la politica per la nazione rappresentata dall’imperatore e dal suo popolo, e anche il popolo a loro volta profondamente rispetta l’imperatore.
Da qui nasce proprio il rispetto reciproco di cui notate spesso quando viaggiate in Giappone.
Ecco come appare il Giappone dal punto di vista del governo del paese.
Così l’imperatore ha sempre governato il paese insieme al suo popolo.
Il Kojiki
Il libro di storia del Giappone più antico scritto in giapponese.
Il Kojiki (古事記, letteralmente “vecchie cose scritte”) è il libro di storia più antico scritto in lingua giapponese.
Questo libro narra le origini dell’arcipelago giapponese e alcuni miti legati agli dei dello Scintoismo giapponese.
In questo libro, che è stato redatto nel 712, si legge anche la linea di successione della famiglia imperiale giapponese dalle sue presunte origini divine (il primo imperatore, Jinmu, sarebbe il nipote della dea Amaterasu) sino all’ascesa al trono dell’Imperatrice Suiko.
Spiegando il processo attraverso il quale il primo imperatore Jimmu, che è della linea diretta del dio ”Ninighi no Mikoto” (il dio nipote di Amaterasu), prende il trono dell’imperatore, fa capire che tipo di sfondo storico e mitologico ha l’imperatore in Giappone.
Il mito di Kuniyuzuri
All’interno di questo libro c’è un mito molto conosciuto ed importante per comprendere il sistema di governo del paese nipponico.
Il mito si chiama “il mito di Kuniyuzuri”.
“Kuniyuzuri” significa “la cessione del paese”.
Quindi in questo mito un paese ricco e sviluppato va trasferito a qualcuno.
Lo sfondo della vicenda
Con il consenso degli dei del cielo, “Izanagi no Mikoto” e “Izanami no Mikoto” crearono il paese, e “Amaterasu Oomikami” (la Dea del Sole) fu nata tra di loro.
Amaterasu manda due dei da “Ookuninushi no Mikoto” (un dio discendente del fratello minore di Amaterasu “Susanoo no Mikoto”) per fargli capire che il suo paese va trasferito ad Amaterasu perché il paese era governato da “Ookuninushi no Mikoto” con il sistema non corretto.
Trasferire il paese ricco ad un dio?
Allora vi viene in mente questa domanda probabilmente…
A chi viene trasferito? E soprattutto chi è che cede volentieri un paese ricco e sviluppato?
Vediamo una piccola estrazione di questo mito.
「天照大御神の命もちての使せり。
汝(な)が領(うしは)ける葦原の中つ国に、
我(あ)が御子の知らさむ国と言よさしたまへり。
かれ汝が心いかに。」(古事記)
Traduzione:
”Sono venuto qui sull’ordine della grande dea Amaterasu.
Dice che il paese che governi tu dovrebbe essere ceduto al figlio di Amaterasu.
Che ne pensi tu?”
(Il Kojiki)
Spiego meglio.
Praticamente Amaterasu (la grande dea del sole) ha mandato un messaggero dal cielo per ordinare a “Ookuninushi no Kami” di cedere il suo paese governato con il sistema “Ushihaku” al figlio di Amaterasu che governerà con il sistema “Shirasu”.
Nel Kojiki si racconta che “Okuninushi no Kami” ha lavorato duramente e, con l’aiuto di sua madre e dei suoi amici, ha finalmente governato la regione ricca e sviluppata di Izumo.
Tuttavia il governo di Okuninushi era in realtà una forma di governo in cui diventava il padrone del paese, cioè controllava privatamente il territorio e il popolo locale e regnava su di essi.
Che significa “Ushihaku”?
“Ushihaku” significa dominare la terra e il popolo.
Questo metodo di governo, cioè il metodo di “controllo privato delle persone e del territorio”, viene chiamato “Ushihaku” nella lingua antica giapponese.
Pertanto, questa “Ushihaku” significa “diventare il padrone del paese e controllare privatamente il territorio e la gente”.
Infatti la traduzione letterale di “Ushihaku” sarebbe questa.
“Ushi” = il padrone
“Haku” = mettersi ai piedi, indossare
“Ushihaku” = dominare
In altre parole, è un metodo di governo in cui il padrone possiede il paese e il suo popolo.
Quindi è un termine che indica ciò che è stato fatto negli ex regni e imperi dell’Occidente e del continente, e il metodo di governo nella struttura di dominazione schiavista di altri popoli da parte dello stato.
Se guardate questo grafico probabilmente capirete subito.
Il sistema di governo che si vede spesso all’estero si chiama “Ushihaku” in giapponese.
Confrontatelo con il grafico di prima.
Okuninushi era il dio che governava la terra di Izumo con questa regola.
Anche il suo nome dimostra chiaramente la sua figura del ruolo.
大国=Ookuni=il gran paese
主=Nushi=il padrone
神=Kami=il dio
大国主神=Ookuninushi no kami = Il dio padrone del gran paese
Ecco perché il suo nome era “Okuninushi”.
Quindi il mito di Kuniyuzuri era una metafora estremamente raffinata, del VIII secolo d.C., per farci capire che il Giappone non è il paese di “Ushihaku” ma è il paese di “Shirasu” dall’era degli dei.
Questo sistema politico nazionale incentrato sull’imperatore, separando nettamente l’autorità e il potere, per governare il paese si chiama il “Kokutai” = “la forma del paese” in Giappone.
Conclusione
L’imperatore come un punto di riferimento assoluto del popolo giapponese.
Il governatore politico eletto temporaneamente da un’elezione o una persona come un grande re che domina un paese solo con la forza militare non può essere mai un’autorità tradizionale perché un’esistenza a breve termine, e se si verifica un cambiamento politico, la direzione della politica potrebbe cambiare nella direzione opposta.
Anche la giustizia è idem.
Il male di oggi potrebbe essere il bene di domani se cambia il governatore o il re militare.
Il Giappone è un paese governato con il sistema chiamato “Shirasu” dall’VIII secolo d.C..
L’imperatore e il popolo giapponese sono unificati tra di loro da sempre dall’era degli dei mitologici.
Per questo tutti i governatori nominati dall’imperatore di ogni epoca non potevano e potranno mai dominare il popolo perché il popolo giapponese è unificato con l’imperatore come il suo grande tesoro della nazione.
L’imperatore possiede l’autorità assoluta del paese e il governatore temporaneo nominato dall’imperatore cerca di fare la politica giusta per il popolo dell’imperatore e non domina quel popolo, e lui rimane sempre nella categoria del popolo comune dell’imperatore come le altre persone.
Con questo metodo di governare il paese in realtà i giapponesi, sin dall’antichità, sono riusciti ad ottenere la forma più ideale della vera democrazia nella quale ogni cittadino è libero e uguale agli altri sotto l’attenzione e cura paterna dell’imperatore mantenendo il massimo rispetto verso l’imperatore come un punto di riferimento unico morale fermo che non è mai cambiato da 26 secoli fino ad oggi.
Grazie mille per aver letto tutto il mio post così arbitrario con santa pazienza.
Nel mio blog cerco di fornire non solo delle informazioni meno conosciute per capire meglio il vero Giappone e il volto nascosto del popolo giapponese ma anche dei suggerimenti utili per chi viaggia in Giappone.
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Grazie ancora per la lettura! Buona giornata!
Nao ⇔ Guida parlante italiano a Tokyo, Megalopolis, Giappone.
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